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Orticaria bambini: tutto quello che devi sapere

da sospediatra.org

Cos’è l’orticaria?

L’orticaria è una condizione della pelle caratterizzata dalla comparsa improvvisa di alcune lesioni cutanee: i pomfi. È causata dal rilascio di istamina e altri mediatori da parte di alcune cellule del sangue che portano a uno stravaso di liquidi dai vasi sanguigni nella cute. Può manifestarsi in forma acuta, in cui ha una durata di pochi giorni, oppure cronica quando dura continuativamente per più di 6 settimane.

Orticaria bambini: quali sono i sintomi?

L’orticaria comporta la comparsa di pomfi cutanei. I pomfi sono delle lesioni eritematose, lievemente rilevate, di dimensioni variabili e pruriginose che possono localizzarsi sulla cute in qualsiasi parte del corpo. Tendono a cambiare di forma e posizione nel giro di poche ore. Il prurito intenso che si accompagna può causare irritabilità nei più bambini più piccoli, mentre nei bambini più grandi può portare a delle lesioni da grattamento.

Infine, nei casi più gravi, l’orticaria può essere accompagnata da gonfiore delle labbra, delle palpebre e dei padiglioni auricolari, una condizione definita angioedema.

Come si riconosce l’orticaria nei bambini rispetto ad altri sfoghi cutanei?

L’orticaria si distingue da altre patologie cutanee per la sua natura transitoria.

I pomfi possono infatti apparire rapidamente in un punto del corpo per poi scomparire e ricomparire altrove. Le lesioni sono caratteristicamente rosso acceso e rilevate.

Il prurito è un aspetto caratteristico perché molto intenso. I pomfi si risolvono senza lasciare traccia differentemente da quanto succede in altre dermatiti pruriginose dell’infanzia come la dermatite atopica

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Influenza, Cdc: in aumento le complicazioni neurologiche nei bambini

da doctor33.it

La stagione influenzale negli Stati Uniti ha causato un aumento preoccupante di complicazioni neurologiche nei bambini, con almeno nove decessi pediatrici legati a encefalopatie e encefaliti associate al virus. Il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) ha segnalato che i casi più gravi presentano sintomi come convulsioni e alterazioni dello stato mentale, portando a ricoveri d’urgenza e, in alcuni casi, alla morte.

Secondo un’analisi del CDC su oltre 1.800 decessi pediatrici legati all’influenza dal 2010, circa il 9% presentava complicazioni neurologiche. Quest’anno, i dati suggeriscono un incremento di queste manifestazioni, anche se non è ancora chiaro se si tratti di una tendenza a lungo termine. Quello che emerge con certezza è che la maggior parte dei bambini colpiti non era vaccinata.

Gli esperti ribadiscono l’importanza della vaccinazione antinfluenzale, che secondo i dati preliminari riduce il rischio di ospedalizzazione nei bambini tra il 64% e il 78%. Anche la somministrazione precoce di antivirali può aiutare a contenere la gravità dell’infezione. Nel frattempo, i medici vengono esortati a monitorare con attenzione i casi pediatrici con influenza, prestando particolare attenzione a sintomi neurologici che potrebbero indicare un decorso più grave della malattia.

Mononucleosi nel bambino, sintomi, cure e complicanze

da sospediatra.org

Cos’è la mononucleosi?

La mononucleosi è una malattia infettiva, causata da un virus, il virus di Epstein-Barr (EBV), che appartiene alla famiglia degli herpesvirus. Quest’infezione virale, nota anche come “malattia del bacio”, è comune soprattutto in età adolescenziale, ma può essere contratta a qualsiasi età.

Quali sono i sintomi della mononucleosi nel bambino?

L’incidenza di sintomatologia infettiva tipicamente associata ad EBV ha un picco nella fascia d’età 15-20 anni, e rimane elevata in età giovane-adulta. Viene di seguito riportata la sintomatologia più comunemente descritta in età adolescenziale-giovane adulta.

Durante una fase prodromica:

  • astenia (stanchezza), malessere generalizzato
  • cefalea
  • febbre, solitamente di basso grado (febbricola)

Con la progressione della malattia possono seguire altri sintomi della mononucleosi:

  • febbre: può diventare più persistente e più severa nel corso dell’infezione;
  • faringo-tonsillite: infiammazione del faringe e delle tonsille, che risultano ingrossate, arrossate e ricoperte di essudato (formazioni biancastre, comunemente note come “placche”); può portare ad importante dolore alla deglutizione, rendendo più difficile alimentarsi ed idratarsi;
  • linfoadenopatia: ingrossamento dei linfonodi cervicali, coinvolti in modo simmetrico; con la progressione della malattia può diffondersi anche ad altri linfonodi;
  • astenia: presente già in fase prodromica, può essere persistente e risolversi più lentamente dell’infezione stessa;
  • splenomegalia: ingrossamento della milza;
  • epatomegalia: ingrossamento del fegato, più raro rispetto al coinvolge mento della milza;
  • rash cutaneo(esantema): eruzione cutanea, in genere maculo-papulare diffusa, talvolta anche orticarioide o petecchiale. Precedentemente tale sintomo è stato associato all’utilizzo di antibiotico beta-lattamico, ma è stato osservato che il rash si può manifestare anche in associazione ad altri antibiotici ed anche in assenza di esposizione all’antibiotico.

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