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da quotidianopediatria.it
A partire da oggi i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta potranno contare su un documento snello, con solide basi scientifiche, per decidere in autonomia e sulla base della situazione contingente se e come rendere obbligatorio l’uso delle mascherine nei loro studi e garantire il contenimento del rischio infettivo. Grazie ad un lavoro realizzato di concerto tra i medici della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg) e della Federazione italiana dei medici pediatri (Fimp), è stato infatti varato un manuale operativo che, in poco più di 10 pagine, offre ai singoli camici bianchi criteri di valutazione che si adattano ai differenti scenari epidemiologici e alle rispettive specificità organizzative.
“Non un’elencazione rigida di linee guida – sottolinea Tommasa Maio (Fimmg) – bensì uno strumento agile e flessibile che, guardando alle differenze che inevitabilmente contraddistinguono le varie realtà assistenziali di prossimità, riesca a favorire comportamenti omogenei. Il documento è un po’ come “una cassetta degli attrezzi” che vuole supportare le scelte dei singoli professionisti chiamati ad applicare questo strumento ai vari contesti ed offrire quella pronta risposta e resilienza alle emergenze infettive auspicate dall’OMS”.
A rendere impellente la realizzazione delle raccomandazioni operative è stato il cambiamento dello scenario epidemiologico legato al Covid, ma non per questo il documento guarda solo al Sars-Cov-2. “Sono misure rapide, modulabili, efficaci per tutte le forme respiratorie infettive che si trasmettono con le medesime modalità – aggiunge Maio – sia che si tratti di forme infettive stagionali (come l’influenza), sia che si tratti di virus come il Covid, privi di una loro stagionalità, e quindi utili a contenere il rischio di infezioni per gli assistiti che afferiscono ai nostri studi, ma anche a proteggere i medici ed i loro collaboratori”.
Una risposta, quella della Fimmg e della Fimp, che dimostra quanto i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta abbiano apprezzato la valorizzazione del ruolo e della professionalità riconosciuta dalla recente ordinanza del ministro Orazio Schillaci (GU n.100 del 29.04.2023). Ordinanza che riconosce ai singoli medici un primario ruolo di prevenzione e tutela della salute della collettività e autonome capacità professionali, organizzative e gestionali.
Altro aspetto fondamentale, dice Martino Barretta (Fimp) è che “la sinergia tra prevenzione vaccinale ed utilizzo appropriato delle mascherine FFP2 rappresenta una strategia di controllo delle principali infezioni respiratorie efficace ed economicamente sostenibile. Si determina, insomma, un approccio proattivo alle malattie infettive che il setting della pediatria di libera scelta e della medicina generale, se ben organizzato e dotato dei necessari strumenti, riesce a sviluppare in maniera diffusa”. Come detto, sono due i macro-criteri indicati nel documento stilato da Fimmg e Fimp, ovvero quello epidemiologico e di contesto organizzativo. Ciò consentirà di organizzare le attività negli studi alla luce dei dati di prevalenza e incidenza ed eventuali nuove indicazioni ministeriali. Il documento guarda con lungimiranza alla possibilità che nel futuro ci si trovi ad affrontare nuove epidemie o pandemie, consentendo ai singoli medici di mettere in campo una risposta rapida ed efficace, improntata alla migliore organizzazione possibile.
A partire da un approccio “One care”, tipico dell’azione fiduciaria e di rapporto individuale e personalizzato del medico di medicina generale e del pediatra di libera scelta, si mira quindi ad una risposta che possa considerare da subito aspetti emergenti sulla salute pubblica, con azioni che riducano – ove possibile – l’impatto ambientale legato all’utilizzo continuo e persistente dei dispositivi di protezione respiratoria, in equilibrio con le emergenze sanitarie derivanti dai cambiamenti climatici con conseguenze nuove e non ancora espresse in ambito sanitario. Medici di medicina generale e pediatri di libera scelta puntano ad essere resilienti al nuovo mondo che evolve con le migliori scelte organizzative e gestionali sul livello di prossimità di cura del territorio. Comportamenti che consentiranno di tenere il passo, in attesa di una vera politica di sviluppo “One Health”, che dovrà entrare nella cultura dei cittadini grazie ad un nuovo ruolo dei medici e pediatri di famiglia, che con questi atti raccolgono la sfida.
“Sfida – concludono Maio e Barretta – che attraverso strumenti come questo potrà anche rafforzare la rete di scambio informativo tra Territorio e Dipartimenti di Prevenzione, con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, primarie sentinelle territoriali della salute pubblica, rispondendo in pieno al concetto della “collaborative surveillance”, pilastro del piano strategico OMS appena emanato”.