La regola dei 3 minuti

da bambinopoli.it

Ogni giorno, a prescindere dal tempo che avete a disposizione da trascorrere con i vostri bambini, dedicate loro almeno 3 minuti per abbracciarli, coccolarli e informarvi su cosa hanno fatto nelle ultime ore, i loro pensieri, le loro sensazioni. 

Per molti questi ultimi mesi sono stati l’occasione per trascorrere più tempo con i propri figli, per condividere spazi ed esperienze, per imparare a conoscerli meglio, a comprenderli, ad avere pazienza.
In generale, però, in condizioni di normalità e per quelle mamme e quei papà che non hanno mai cessato di lavorare o che ricominceranno a farlo a breve, un consiglio arriva da alcuni psicologi per migliorare il rapporto con i propri bambini e aiutarli a crescere sereni, aperti verso il mondo, estroversi e fiduciosi.

È la cosiddetta Regola dei 3 minuti.

LA REGOLA DEI 3 MINUTI: IN COSA CONSISTE

La regola dei 3 minuti è piuttosto semplice da mettere in pratica. Si chiede ai genitori, tutti i giorni, di dedicare ai propri figli 3 minuti in modo esclusivo, abbracciandoli, baciandoli, chiedendo loro come stanno e cosa hanno fatto, interrogandoli sui loro pensieri e sentimenti.

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Cefalee nei giovani, agire subito per evitare la cronicità

da ansa.it

Si stima che la cefalea colpisca 1 persona su 3 con episodi che si verificano almeno una volta l’anno e che oltre il 40% dei ragazzi è colpito da cefalea, mentre un bambino su 10 soffre di emicrania, una forma comune di cefalea primaria.

“Attenzione al mal di testa nei ragazzi in età scolare; nel mondo l’emicrania è la prima causa di disabilità nella donna di età inferiore a 50 anni; in Italia, la latenza tra l’esordio del problema e la consultazione di un centro specializzato è di circa 20 anni, nel frattempo l’emicrania può diventare cronica”, sottolinea Piero Barbanti, direttore dell’Unità per la cura e la ricerca su Cefalee e dolore presso l’IRCCS San Raffaele in occasione della settimana dal 20 al 27 maggio che le due società scientifiche delle cefalee (ANIRCEF e SISC) assieme alla Società Italiana di Neurologia (SIN) dedicano alla sensibilizzazione sul tema.

I dati del Registro Italiano dell’Emicrania coordinato dall’IRCCS San Raffaele dimostrano che l’emicrania insorge in media tra i 10 e i 17 anni.

Solo nell’8% dei casi i pazienti si rivolgono al medico  per questo problema e nell’80% dei casi hanno fatto esami diagnostici del tutto inutili. “Bisogna intercettare le cefalee già dalla scuola primaria, sensibilizzando i docenti e i dirigenti scolastici.

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Dopo il Covid più bimbi e adolescenti dipendenti da telefonino, ecco i segnali da notare per genitori e pediatri

da quotidianopediatria.it

Sono numeri da brivido quelli che riguardano oggi la dipendenza da device (telefonini e tablet) fra i giovani e giovanissimi italiani, in aumento dopo la pandemia, complici le lunghe giornate trascorse senza poter uscire e con uno smartphone in mano come unica distrazione e mezzo di interlocuzione con i propri coetanei. “Il 98% dei ragazzi italiani fra i 14 e i 19 anni possiede un telefonino da quando aveva 10 anni e il 50% trascorre dalle 3 alle 6 ore al giorno davanti allo schermo del cellulare. Tre su 10 hanno avuto modo di utilizzarlo prima dei 2 anni di età. Un adolescente su 10 si fa selfie pericolosi perché li espongono al rischio di adescamento, così come due su 10 entrano in catene di comunicazione sospette con sconosciuti. Il 60% rimane sveglio fino a tardi la notte per chattare, con conseguenze molto negative sul sonno. E in generale, il 90% dei nostri ragazzi usa queste tecnologie in completa autonomia. Il risultato è che la dipendenza da internet, dai social, dalle chat, è sempre più diffusa, e porta con sé il rischio di attività collaterali come il gioco d’azzardo, lo shopping compulsivo, non controllato, l’information overload addiction (il cercare in modo compulsivo informazioni di qualsiasi genere on line), la cyber sexual addiction (uso spasmodico di siti pornografici), e la cyberrelational addiction, cioè l’abitudine incontrollata di cercare relazioni su internet”. A evidenziarlo è Stefano Vicari, Ordinario di Neuropsichiatria Infantile all’Università Cattolica di Roma, Primario della UOC di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.

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