Eritema solare: come intervenire

da bambinopoli.it

Tra i disturbi che una prolungata esposizione al sole senza protezione può provocare c’è senz’altro l’eritema solare, una scottatura a tutti gli effetti, accompagnata da arrossamento, talvolte piccole bolle cutanee e, soprattutto, una fastidiosa sensazione di prurito che colpisce in particolare le persone con un fototipo di pelle chiara e i bambini per via della loro pelle estremamente sensibile e delicata.

Se debitamente curato, l’eritema solare tende a risolversi nel giro di 3/4 giorni, rendendo però la pelle più vulnerabile nel punto in cui si è manifestato.

SINTOMI E CURE

I sintomi dell’eritema solare sono piuttosto chiari da interpretare: arrossamento, gonfiore, dolore e bruciore della pelle o prurito che raggiungono intensità massima nel giro di 24 ore. Nei casi più gravi possono essere presenti vescicole e, se l’ustione è particolarmente estesa, il bambino può presentare brividi, febbre, debolezza marcata, mal di testa, nausea, vomito e stato confusionale.
Entro 4-7 giorni i segni scompaiono e la zona ustionata comincia a desquamarsi.

Come intervenire
Una volta comparso, per alleviare il fastidio, si può proporre al bambino un bagno in acqua tiepia e amido. Oppure impacchi freddi nella zona colpita.
In seguito e possibile applicare creme idratanti, gel all’aloe o creme cortisoniche (sentito il parere del pediatra) in base alla intensità dell’eritema.
Inoltre, è importante che il bimbo beva molto per evitare che si disidrati e se presenta febbre o dolore è possibile somministrare paracetamolo o ibuprofene al dosaggio abituale.

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Infezioni ospedaliere, i cellulari possibile mezzo di diffusione. Come contrastare il fenomeno

da doctor33.it

l rischio di diffusione di infezioni ospedaliere si potrebbe ridurre di molto se il personale disinfettasse regolarmente i propri cellulari. Questo almeno secondo una recente ricerca svolta sul personale infermieristico di terapia intensiva e pubblicato sull’American Journal of Infection Control.

Dopo che gli infermieri di terapia intensiva hanno iniziato a pulire regolarmente i loro cellulari, la carica batterica dei telefoni personali e condivisi è diminuito in modo significativo, riferiscono i ricercatori.

Per dare un’occhiata più da vicino all’impatto della pulizia regolare dei cellulari i ricercatori del Baylor College of Medicine di Houston, in Texas, capitanati da Jennifer Kopp, hanno condotto uno studio quasi sperimentale pre-post, in un’unica terapia intensiva cardiovascolare da 20 letti presso un istituto medico accademico di cure terziarie dal 2019 al 2020.

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Come fare lo svezzamento? Quando iniziare ? Quali cibi proporre ?

da sospediatra.org

Lo svezzamento è un momento di grande cambiamento per la mamma e il bambino: coniugare le esigenze della nutrizione con i gusti del bambino può essere un percorso tutt’altro che semplice. Tra preparazioni di menu ed espressioni di disgusto noi genitori dobbiamo portare sempre pazienza per trovare la strada migliore, compatibilmente con il piano suggerito dal pediatra e le richieste dei bambini.

Cosa si intende per svezzamento?

Per svezzamento si intende il passaggio dalla dieta esclusivamente lattea a quella mista, ovvero all’introduzione di cibi più solidi a base di cereali verdure proteine e grassi.

Quando si inizia normalmente lo svezzamento?

Tutti i pediatri ormai concordano che, tranne in casi eccezionali, questo processo debba iniziare tra il 5° e l’7° mese, finestra ottimale per iniziare progressivamente a inserire alimenti solidi, come da linee guida dell’OMS, che consiglia di allattare al seno in modo esclusivo fino al 5 mese.

In che modo si consiglia di iniziare il percorso di svezzamento?

Spesso si anticipa incominciando a somministrare della frutta fresca biologica, oppure omogeneizzata, iniziando ad inserire la mela e la pera, e partendo dalla somministrazione di qualche cucchiaino di frutta grattugiata fino ad arrivare a mezzo frutto una o due volte al giorno. La frutta non sostituisce totalmente un pasto di latte ma potrà essere inserita tra una poppata e l’altra nell’arco della settimana e/o del pomeriggio.

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