È allerta pertosse nei neonati, i pediatri italiani: “In 4 mesi 3 morti e ricoveri a +800%”

dal sito  dire.it

Tre neonati morti da inizio anno e un aumento dell’800% dei ricoveri dei più piccoli rispetto al 2023. La Società italiana di Pediatria ( Sip), lancia un’allerta per l’epidemia di pertosse diffusa in particolare tra neonati e lattanti non vaccinati. Dopo l’allarme lanciato dall’European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc), che ha evidenziato quasi 60 mila casi di pertosse in tutta Europa nel corso del 2023 e sino ad aprile 2024, registrando un incremento di oltre 10 volte rispetto agli anni 2022 e al 2021, anche la Società Italiana di Pediatria (Sip) lancia un’allerta per l’epidemia di pertosse che sta colpendo principalmente neonati e lattanti non vaccinati e che ha fatto registrare tre morti dall’inizio dell’anno con un aumento dell’800% dei ricoveri rispetto allo scorso anno.

“La pertosse è una malattia fortemente contagiosa e pericolosa, soprattutto nei primi mesi di vita e nei neonati che hanno un maggior rischio di complicanze e di decesso. In questa fascia di età la mortalità è compresa tra l’1 e l’1,5%. Possiamo tutelare questa popolazione particolarmente vulnerabile attraverso l’immunizzazione della mamma, durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza, altamente sicura ed efficace nel proteggere i bambini ancora troppo piccoli per poter essere vaccinati”, dichiara la Presidente della Società Italiana di Pediatria Annamaria Staiano. “Invitiamo le donne in gravidanza a fare la vaccinazione contro la pertosse perché in gioco c’è la vita dei nostri piccoli. È inaccettabile che nel 2024 si possa morire a causa di malattie infettive per le quali esistono vaccini efficaci e sicuri”.

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Streptococco, record di casi pediatrici dopo il Covid. Ecco le istruzioni per la gestione

da doctor33.it

 

Quanto è pericolosa l’infezione da streptococco che l’anno scorso, dopo la pandemia di Covid, è tornata a livelli record soprattutto nei bimbi più piccoli? E come diagnosticarla correttamente per poter iniziare la cura giusta in tempi rapidi? Lo spiegano in uno studio pubblicato su ‘Lancet Microbe’ i ricercatori della Pediatria e della Microbiologia della Fondazione Policlinico Gemelli Irccs e dell’università Cattolica di Roma. “Sì ai test rapidi in farmacia, ma solo come screening. Per la diagnosi di certezza – raccomandano gli esperti – è bene ricorrere a un tampone faringo-tonsillare, effettuato presso un laboratorio di microbiologia. La tipizzazione dei ceppi più virulenti, come l’M1, è importante” anche “per seguire la traiettoria epidemiologica”.

“Le infezioni da streptococco sono state l’incubo dello scorso anno”, che ha fatto registrare “un’importante recrudescenza soprattutto a carico dei bambini in età prescolare. Tanti nel 2023 i piccoli a letto con febbre alta e tonsille gonfie, con le farmacie prese d’assalto per i test diagnostici”. Questo il quadro da cui è partita l’analisi degli autori della ricerca. Considerando i 6 anni dal 2018 al 2023, il lavoro ha indagato l’incidenza dell’infezione da Streptococcus pyogenes (Gas), analizzata dall’osservatorio privilegiato del Pronto soccorso pediatrico del Gemelli diretto da Antonio Chiaretti, associato di Pediatria generale e specialistica alla Cattolica, che nell’arco temporale esaminato ha raccolto oltre 1.800 campioni.

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Tumori pediatrici, sperimentato in Usa un approccio per i casi più difficili

da popsci.it

Prelevare un campione di tessuto tumorale, sottoporlo ad analisi molecolari per conoscerne le caratteristiche e, contemporaneamente, testare su di esso decine di farmaci fino a identificare la combinazione più efficace. Il tutto nel giro di poco più di una settimana per poter procedere prima possibile all’inizio del trattamento sul paziente. È questo l’approccio testato in una piccola sperimentazione condotta su bambini affetti da tumori senza più opzioni terapeutiche al Nicklaus Children’s Hospital di Miami (Florida, USA), tra il 21 febbraio 2019 e il 31 dicembre 2022. I primi risultati della sperimentazione, appena pubblicati su Nature Medicine, hanno mostrato che la strategia può dare una ulteriore chance di cura. Servono però altri studi per confermare i risultati.

Negli ultimi anni, la possibilità di analizzare a livello molecolare il tumore, abbinata alla disponibilità di farmaci diretti contro bersagli molecolari, ha consentito di applicare trattamenti sempre più a misura di paziente. Questo approccio, tuttavia, “ha rivelato diversi limiti, in particolare per i tumori che mancano di mutazioni utilizzabili e trattamenti abbinati, come spesso accade nei tumori pediatrici”, spiegano i ricercatori

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