Disturbi del linguaggio per il 7% dei bambini. Troppi senza diagnosi

da doctor33.it

In Italia soffre di Disturbo primario del linguaggio (Dpl) un bambino su 14, pari al 7.6% della popolazione generale. Non tutti riescono però ad accedere alle cure, prevalentemente riabilitative, ad opera di logopedisti professionisti. Per individuare al meglio chi soffre di questa patologia la Federazione logopedisti italiani (Fli) ha lanciato, in occasione della settima Giornata Internazionale della consapevolezza (prevista il 20 ottobre), un identikit in 10 punti del disturbo. “Una persona con DPL può raggiungere il successo scolastico, professionale e sociale se riceve un buon supporto”, “Chi ha un Dpl non sembra diverso dagli altri e il disturbo può non essere subito evidente”, “Una persona con Dpl ha difficoltà di linguaggio non di intelligenza”, “Il Dpl è una condizione che dura tutta la vita”, “Il Dpl interessa persone di tutti i popoli del mondo e di tutte le classi sociali”: questi alcuni dei punti dell’identikit.

“Il Dpl – spiega Tiziana Rossetto, presidente della Fli – è una ‘disabilità nascosta’ caratterizzata da manifestazioni molto eterogenee che vanno da importanti difficoltà nella realizzazione dei suoni del linguaggio, a un vocabolario ridotto o all’uso di frasi poco elaborate. In alcuni casi il bambino o la bambina può addirittura fare fatica ad intrattenere una conversazione, associate a difficoltà di tipo espressivo, di produzione e/o di comprensione del linguaggio”. “Il mancato riconoscimento delle difficoltà e di trattamento precoce – sottolinea Francesca Mollo, logopedista Fli – può avere ripercussioni sul benessere socio-relazionale ed emotivo in età infantile, scolare e adulta: un linguaggio poco fluido può causare la derisione da parte dei compagni”. “Per questo – prosegue Ilaria Ceccarelli logopedista Fli – è importante identificare precocemente le difficoltà linguistiche e garantire un supporto attraverso una presa in carico riabilitativa tempestiva. Da qui il nostro appello alle istituzioni, ai clinici, ai famigliari a unirsi in una azione condivisa di sensibilizzazione e conoscenza sulle necessità e gli ancora troppi bisogni non risolti di questo disturbo”.

Le tappe di sviluppo del linguaggio

19 novembre 2004 – a cura di Antonio d’Amore, Psicologo e Psicoterapeuta

 

Nel corso del primo anno : 

  • riconosce il nome proprio;

  • dice due-tre parole oltre a dire “mamma” e “papà”;

  • imita parole familiari;

  • comprende istruzioni semplici;

  • le parole possono essere usate come simboli per indicare gli oggetti (ad es., auto – indica il garage);

Attività che favoriscono lo sviluppo del linguaggio in questo periodo

  • rispondere ai balbettii ed ai gorgheggi del bambino;

  • parlare al bambino durante i momenti in cui ci si prende cura di lui;

  • leggere ogni giorno libri illustrati al proprio bambino;

  • raccontare filastrocche o cantare canzoni;

  • insegnare al bambino i nomi degli oggetti e delle persone con cui viene a contatto quotidianamente;

  • portare il bambino con sé in posti nuovi e in nuove situazioni;

  • giocare a semplici giochi con il bambino (per esempio a “cucu-eccolo”);

 

Tra uno e due anni:

  • capisce la negazione “no”;

  • ha un vocabolario di 10-20 parole, inclusi i nomi propri di persona;

  • unisce due parole per dire ad esempio “mamma pappa”;

  • fa “ciao-ciao” con la mano e gioca a “cucu-eccolo”;

  • riproduce il verso degli animali più comuni;

  • porge un giocattolo quando gli viene richiesto;

  • usa la parola “ancora” per indicare ciò di cui ha bisogno (per esempio per indicare che vuole più pappa, o che vuole continuare a giocare);

  • indica dov’è il suo naso, gli occhi e le mani o i piedi;

  • quando gli viene richiesto, va a prendere gli oggetti che stanno in un’altra stanza;

Attività che favoriscono lo sviluppo del linguaggio in questo periodo

  • incoraggiare e rinforzare i tentativi del bambino di dire nuove parole;

  • parlare col bambino descrivendo i particolari di ciò che si sta facendo;

  • parlare al bambino lentamente ed in maniera semplice e chiara;

  • spiegare al bambino le cose prima che lui le viva, nel momento in cui le sta vivendo e dopo averle vissute;

  • prestare attenzione al bambino mentre parla;

  • descrivere al bambino tutto quello che fa, ascolta o prova;

  • fargli ascoltare dischi, audio-cassette e video-cassette per bambini;

  • lodare gli sforzi comunicativi del bambino;

 

Tra i due e i tre anni:

  • sa identificare le parti del corpo umano;

  • simula dei dialoghi tra sé ed i suoi giocattoli;

  • usa espressioni come “Che cosa è questo?” oppure “Dov’è il mio ……?”;

  • usa frasi negative composte di due parole tipo “Non voglio”;

  • inizia a saper usare le forme plurali di alcune semplici parole;

  • ha un vocabolario di circa 450 parole;

  • inizia a conoscere i nomi propri delle persone e indica la sua età con le dita della mano;

  • sa formare semplici frasi composte da soggetto e verbo (ad esempio, “mamma bere”);

  • capisce semplici concetti di tempo, tipo “ieri notte” o “domani”;

  • inizia a riferirsi a sé stesso dicendo “io” piuttosto che chiamandosi col proprio nome (inizia a formarsi il concetto di Se);

  • cerca di attirare l’attenzione degli adulti dicendo “guardami”;

  • gli piace ascoltare più volte la stessa storia;

  • non sa ancora distinguere tra il “Si” ed il “No” e potrebbe dire “No” anche quando significa “Si”;

  • parla con gli altri bambini nello stesso modo con cui parla con gli adulti;

  • cerca di risolvere le difficoltà parlandone, piuttosto che piangendo o picchiando gli altri;

  • pone domande sul “dove” si trovano gli oggetti o le persone;

  • denomina gli oggetti o le immagini più comuni;

  • costruisce semplici frasi del tipo: “Ne voglio di più” o “Io voglio biscotto”;

  • abbina tre-quattro colori e possiede il concetto di “grande” e “piccolo”;

Attività che favoriscono lo sviluppo del linguaggio in questo periodo

  • ripetere più volte le parole nuove;

  • aiutare il bambino a capire e seguire le regole attraverso semplici giochi (per esempio passandosi la palla o giocando a nascondere oggetti);

  • portare il bambino a fare delle gite e parlargli di ciò che vedrete prima, durante e dopo la gita;

  • fate in modo che il bambino risponda a semplici domande;

  • leggere al bambino un libro ogni giorno, magari prima di andare a dormire la sera;

  • ascoltare attentamente quando il bambino parla rivolgendosi a noi;

  • descrivere ciò che si stiamo facendo, pensando o pianificando;

  • fare si che il bambino possa essere ambasciatore di alcuni vostri semplici messaggi (per esempio “Mamma ha bisogno di te, papà”);

  • instaurare una conversazione con il bambino, preferibilmente quando entrambi i genitori hanno un po’ di tempo a disposizione per stare insieme;

  • fare domande al bambino in modo che possa ragionare sulle cose e parlare;

  • mostrare al bambino che capite quello che sta dicendo annuendo, sorridendo e facendogli delle domande;

  • completare le frasi che il bambino dice (per esempio, se lui dice “Ancora succo”, noi completiamo dicendo: “Luca vuole ancora succo”

 

Tra i tre e i quattro anni:

  • sa raccontare una storia;

  • sa usare frasi più complesse che possono contenere quattro-cinque parole;

  • ha un vocabolario di circa 1000 parole;

  • denomina almeno un colore;

  • comprende il significato di parole come: “ieri”, “estate”, “pranzo”, “questa sera”, “grande/piccolo”;

  • inizia ad obbedire a richieste del tipo: “Metti il libro sul tavolo”;

  • conosce il suo nome, il nome della strada in cui vive e qualche semplice filastrocca;

Attività che favoriscono lo sviluppo del linguaggio in questo periodo

  • fare notare le caratteristiche che accomunano o differenziano gli oggetti;

  • aiutare il bambino a raccontare storie partendo da libri e figure;

  • lasciare che il bambino giochi con i coetanei;

  • leggere al bambino storie lunghe;

  • prestare attenzione al bambino mentre parla;

  • parlare col bambino dei posti dove siete stati o dove andrete;

 

Tra i quattro e i cinque anni:

  • dice frasi contenenti quattro-cinque parole;

  • usa correttamente il passato remoto per riferirsi a situazioni già avvenute;

  • ha un vocabolario di circa 1500 parole;

  • conosce i colori rosso, blu, giallo e verde;

  • riconosce il triangolo, il cerchio e il quadrato;

  • comprende il significato di parole come “prossimo”, “mezzogiorno” o di espressioni come “durante la mattina”;

  • usa in maniera appropriata l’espressione “Io spero che …..”;

  • pone molte domande del tipo “Chi è ?” o “Perché ?”;

Attività che favoriscono lo sviluppo del linguaggio in questo periodo

  • aiutare il bambino a classificare le cose e gli oggetti in base alle caratteristiche che li accomunano (per esempio, cose che si mangiano, animali, ecc.);

  • insegnare al bambino ad usare il telefono;

  • fare in modo che il bambino vi aiuti ad organizzare alcune attività (per esempio, il menù per una cena con gli amici);

  • parlare spesso con il bambino dei suoi interessi;

  • leggergli lunghe storie;

  • lasciate che il bambino vi racconti o inventi storie per voi;

  • mostrare la vostra gioia quando il bambino si avvicina per parlare con voi;

 

Tra i cinque e i sei anni:

  • può formare frasi con cinque-sei parole;

  • ha un vocabolario di circa 2000 parole;

  • definisce gli oggetti in base al loro uso (per esempio, mangi con la forchetta) e conosce il materiale di cui sono fatti molti di essi;

  • conosce le ralazioni spaziali del tipo “in alto”, “dietro”, “lontano” e “vicino”;

  • conosce il proprio indirizzo;

  • riconosce alcune monete;

  • conosce gli opposti più comuni (per esempio, picccolo/grande);

  • capisce il concetto di somiglianza e di differenza;

  • conta fino a dieci oggetti;

  • fa domande per avere informazioni;

  • sa distinguere la sua mano destra da quella sinistra;

  • sa usare frasi complesse e sa mettere insieme più frasi per formare un discorso di senso compiuto; riesce a dare un senso temporale a ciò che dice (per esempio, andiamo a giocare dopo aver fatto i compiti);

Attività che favoriscono lo sviluppo del linguaggio in questo periodo

  • lodare il bambino quando parla dei suoi sentimenti, dei suoi pensieri o delle sue paure;

  • fare dei commenti su ciò che si pensa dei sentimenti del bambino;

  • dire delle filastrocche o cantare delle canzoni insieme con il bambino;

  • continuare a leggere al bambino lunghe storie;

  • parlare al bambino come se si avesse di fronte un adulto;

  • guardare con il bambino le foto di famiglia e raccontargli la storia familiare o episodi particolari;

  • prestare ascolto quando il bambino si rivolge a noi.